Inserimento lavorativo disabili psichici
ESPERIENZA E MODELLI PER L’INSERIMENTO LAVORATIVO DELLE PERSONE CON DISABILITA’ MENTALE
(di Irene Stevani)
Affrontare il problema dell’inserimento lavorativo impone una riflessione sulle difficoltà che ha l’immissione diretta nel mercato del lavoro dei disabili psichici, nei confronti dei quali la tolleranza sociale, nel nostro territorio, è notevolmente ridotta.
Pertanto, è importante trovare strumenti che favoriscono la solidarietà.
Da questa riflessione , è nato lo strumento cooperativo, con la legge 381/91, che ha riconosciuto le cooperative sociali quali soggetti giuridici ed, in particolare, ha affermato che la cooperativa sociale di tipo B è quella preposta all’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati.
Le cooperative sociali di tipo B sono delle normali strutture produttive che riescono a convivere perfettamente con il problema della malattia; esse permettono di superare il concetto di produttività individuale a favore di quello sociale, arricchendo la personalità di ogni membro attraverso il recupero di valori quali la solidarietà e la collaborazione di gruppo.
Alla luce di queste risorse, per riuscire ad inserire i nostri utenti nel mondo del lavoro, abbiamo sviluppato nel nostro territorio un lavoro di Rete per superare la separatezza dei contesti Sanitari, Sociali e lavorativi, a vantaggio di percorsi che favoriscono lo scambio e l’integrazione.
Attuando un modello circolare di costruzione della Rete, abbiamo elaborato un protocollo d’intesa che vede coinvolti in questo obiettivo tutti i soggetti istituzionali, ASP, Comuni e Cooperative Sociali, ognuno con le sue specifiche competenze e con precisi compiti:
il Comune- individua la tipologia del lavoro utile per la comunità;
delibera l’affidamento dei lavori ad una cooperativa sociale di tipo B;
stabilisce il numero di tirocini formativi da assegnare ai disabili psichici.
La Cooperativa- presenta il project work;
si impegna ad inserire il numero di utenti stabiliti;
seleziona gli utenti da inserire tra quelli presentati dal DSM.
Il DSM – attua un programma di presa in carico degli utenti;
individua gli utenti che presentano caratteristiche adatte all’inserimento lavorativo;
svolge un lavoro di accompagnamento e monitoraggio durante tutto il percorso di inserimento lavorativo, attraverso incontri di gruppo(una volta al mese) e attraverso l’osservazione diretta presso le sedi lavorative (una volta al mese);
incontri di gruppo periodici con le famiglie degli utenti inseriti al lavoro (una volta ogni due mesi).
Importantissimo è il lavoro di accompagnamento del disabile psichico durante tutta la durata del progetto di inserimento lavorativo. Gli incontri di gruppo tra Assistente Sociale del DSM, Assistente Sociale del Comune, operatori della Cooperativa ed utenti inseriti, sono fondamentali in quanto permettono di valutare le abilità della persona sul piano della autonomia, della socializzazione e dell’apprendimento.
Inoltre, essi permettono di affrontare e risolvere le tematiche legate alle eventuali difficoltà relazionali e lavorative presenti nell’ambito del gruppo di lavoro.
Da questo protocollo d’intesa, sono scaturiti molteplici progetti di inserimento con i Comuni del nostro territorio.
Comune di Acicastello, un progetto sulla manutenzione del verde pubblico di 1 anno per n°4 utenti; dopo si è realizzato un altro progetto della durata di 3 anni, inserendo al lavoro 6 utenti;
Comune di Acireale, un progetto sulla manutenzione del verde pubblico della durata di 9 mesi per n°2 utenti; altri due progetti di 6 mesi ciascuno inserendo al lavoro n°3 utenti a progetto;
Comune di S.Venerina, un progetto sulla manutenzione del verde pubblico della durata di 2 anni, inserendo al lavoro n°5 utenti;
Comune di Zafferana, un progetto sulla ristrutturazione delle cancellate delle strutture pubbliche della durata di 1 anno, per n°4 utenti; dopo un altro progetto della durata di 6 mesi per altri 2 utenti;
Comune di Aci Bonaccorsi , due progetti sulla manutenzione del verde pubblico della durata di 6 mesi ciascuno, inserendo al lavoro n°2 utenti a progetto.
Con la L.328/00 attraverso i Piani di Zona, abbiamo attivato altri progetti di tirocini formativi, 1 biennale inserendo 2 utenti per comune (i comuni del Distretto di Acireale sono 7), e deve partire con l’ultimo piano di zona un progetto triennale che vedrà inseriti 3 utenti per comune, (1 per anno) per un totale di 21 persone.
Tuttò ciò è frutto del lavoro di cooperazione attivato da tempo nel ns.territorio.
I risultati ottenuti dall’inserimento lavorativo degli utenti sono rilevanti:
– assenza di ricoveri in SPDC
– miglioramento delle capacità di autonomia gestionale nel quotidiano
– miglioramento delle capacità relazionali
– miglioramento delle capacità lavorative
– riduzione del pregiudizio sociale
E’ importante sottolineare che tra gli utenti inseriti fino ad ora, il 25% alla fine dei progetti è stato assunto regolarmente dalle Cooperative.
E questo grazie anche al lavoro svolto di accompagnamento della persona durante tutto il percorso di inserimento lavorativo.
L’esperienza ci ha insegnato che è importantissimo inserire gli utenti al lavoro, ma è altrettanto importante aiutarli a mantenerlo.
E grazie anche al fatto che operiamo secondo i principi della L.68/99. Facciamo un importante lavoro di valutazione su quelle che sono le capacità della persona che vogliamo inserire e le mansioni che deve andare a svolgere all’interno della cooperativa.
Molto ci sarebbe da fare se però pensiamo alle imprese.
La maggior parte delle imprese non vogliono assumere persone con disabilità nonostante l’obbligo imposto dalla L.68/99 e si contentano pagare le sanzioni.
Ma come andare ad incidere sulla forte resistenza che hanno le imprese a coprire i posti che per legge andrebbero alle persone con disabilità?
Una delle armi messe a disposizione dalla stessa L.68 per riuscire in questo intento è il FONDO Regionale per l’occupazione dei disabili.
Tale Fondo è alimentato in minima parte dal Fondo Nazionale, e poi dalle sanzioni previste per i datori di lavoro inadempienti.
Il fondo dovrebbe essere utilizzato per attivare le convenzioni, a finanziare progetti a sostegno dell’inserimento lavorativo dei disabili e per le agevolazioni ai datori di lavoro che assumono disabili.
Ma l’utilizzo del fondo è parziale, non si occupa a tutt’oggi di progetti per l’inserimento.
Assistiamo ad una forte resistenza da parte delle Aziende a coprire i posti che per legge andrebbero alle persone con disabilità.
Le imprese vanno affiancate se vogliamo in qualche modo far passare una cultura diversa.
Dobbiamo diffondere una cultura diversa, l’idea che la persona disabile non è un peso ma una risorsa.
Una soluzione potrebbe essere quella di proporre progetti di accompagnamento al lavoro, con forme di sostegno e tutoraggio (come nella ns. esperienza).
Inserimento in Azienda della persona con disabilità con azioni di mediazione.
Un esperto esterno avrà il compito di sostenere il lavoratore nel graduale inserimento nel contesto aziendale, onde rimuovere eventuali ostacoli di natura relazionale con i colleghi di lavoro e facilitare l’apprendimento dei processi lavorativi.
Modalità dell’azione di MEDIAZIONE
L’azione di mediazione può essere suddivisa in tre fasi:
1) Start up.
in questa fase, l’obiettivo è quello dell’integrazione della persona all’ambiente di lavoro; dovrà essere valutata l’idoneità dell’ambiente di lavoro al fine di verificare la compatibilità con le caratteristiche della persona.
1) In Progress.
in questa fase, gli obiettivi sono l’apprendimento progressivo di competenze lavorative e l’acquisizione di reali capacità di socializzazione; dovrà essere valutata la capacità di acquisire cognizioni e di impiegarle adeguatamente, e la capacità di gestire relazioni con i colleghi e il datore di lavoro.
1) Spin out.
in questa fase, l’obiettivo è quello dell’acquisizione di una completa autonomia lavorativa; dovrà essere valutato il grado di autonomia lavorativa acquisito, il livello di motivazione e il mantenimento di un adeguato grado di socializzazione.
Il lavoro rappresenta lo strumento primario per l’inserimento sociale delle persone con disabilità.
Per riuscire in questo intento, dobbiamo:
1. Far funzionare il Fondo Regionale.
2. Aumentare la possibilità che gli Enti pubblici diano gli affidamenti dei lavori di cui hanno bisogno alle cooperative sociali di tipo B.
CONCLUSIONI
Il lavoro del disabile mentale non solo è un diritto sancito dalla Costituzione e reso possibile dalle recenti norme legislative (vedi l.68/99), ma esso è terapeutico-riabilitativo in quanto risponde ad uno dei bisogni fondamentali della persona umana, quello del ruolo “utile” riconosciuto dalla società.
Questo percorso per l’utente psichiatrico è di fondamentale importanza in quanto egli ha, attraverso l’esperienza del tirocinio formativo, la possibilità di acquisire un mestiere, di ampliare la rete di relazioni con la società ma, soprattutto, di ottenere una identità sociale attraverso un ruolo professionale ed un senso di appartenenza che evita l’esclusione e l’isolamento.
L’inserimento lavorativo determina un passaggio della persona da passiva ad attiva, da emarginata ad inserita, fino alla possibilità di mettere in secondo piano la malattia, mentre in primo piano emerge la persona stessa con un progetto di vita su di sé, da PROTAGONISTA della sua storia.
Dott.ssa Irene Stevani