Le dotazioni organiche della Salute Mentale in Sicilia
Convegno
Psichiatria, Neuropsichiatria Infantile, Tossicodipendenze. La situazione in Sicilia, esperienze e proposte. Catania 30 ottobre 2009
I partecipanti al Convegno Psichiatria, Neuropsichiatria Infantile, Tossicodipendenze. La situazione in Sicilia, esperienze e proposte organizzato dal Partito Democratico a . Catania il 30 ottobre 2009 riconoscono, quale riferimento normativo:
1. le Linee Guida per la Salute Mentale del 2008 ed. i progetti obiettivi nazionali Salute mentale 1994/96 e 1998/2000
rilevano che la Sicilia
ha una situazione all’avanguardia da un punto di vista legislativo avendo. recepito. :
il 24-9-09 le Linee di indirizzo nazionale per la Salute Mentale dell’ Accordo Stato-Regioni del 2008
il 31 Gennaio 1997 con decreto il progetto obiettivo nazionale Salute mentale 1994/96 e nel 2002 con il Piano Sanitario Regionale il progetto obiettivo nazionale Salute mentale 1998/2000
rilevano che la Sicilia
ha una situazione arretrata, con situazioni di vera e propria emergenza, se analizziamo l’effettiva realtà delle strutture sanitarie nell’ambito della salute mentale
rilevano che in Sicilia
1. si è operato negli anni uno spostamento di risorse dalla salute mentale verso altri ambiti assistenziali
2. . è mancata la realizzazione di quanto previsto nei progetti obiettivi nazionali 1994/96 e 1998/2000 con chiare conseguenze sul piano terapeutico e assistenziale.
3. vi è una assoluta disomogeneità organizzativa con modelli che variano in ogni singola ASP in una sorta di “follia” localistica
rilevano che in Sicilia
occorrono delle scelte precise a livello regionale e delle singole ASP che operino tagli dove maggiore è ed è stato lo spreco ed investano risorse in quei settori come ,psichiatria npi e td che sono state penalizzate e che conseguentemente oggi non sono in grado di fornire un assistenza adeguata
rilevano che in Sicilia
è totalmente mancata l’integrazione socio sanitaria a partire dai due Assessorati competenti creando gravissime disfunzioni nell’ambito della programmazione di quelle strutture (comunità alloggio,gruppi appartamento ecc) indispensabili per quegli utenti per cui è impossibile il rientro in famiglia .
rilevano che in Sicilia
la Legge 68 non è applicata totalmente perché da circa tre anni il Fondo regionale per gli inserimenti lavorativi dei disabili ,art 14, è parzialmente bloccato in quanto il comitato regionale che lo gestisce, costituito con decreto assessoriale n°75 del 18/3/02, è inadempiente. Risulta bloccato quella parte del Fondo preposta all’approvazione delle convenzioni e alla possibilità di attuare progetti a sostegno dell’inserimento lavorativo di soggetti disabili
Psichiatria
I DSM hanno avuto negli anni 80 ,grazie alla spinta propulsiva della 180,una diffusione territoriale con la creazione di una vasta rete di CSM , di ambulatori e degli SPDC . Asse centrale di questo modello è stato il DSM struttura capace di garantire un intervento multidisciplinare h 24 per sette giorni la settimana.
I DSM oggi però presentano una situazione assistenziale più arretrata,spesso con caratteri di emergenza, rispetto agli stessi anni 80.
Questa situazione di arretramento è dovuta alla continua erosione di risorse di cui i DSM,in questi anni, sono stati oggetto.
I DSM oggi non sono in grado di:
strutturare percorsi più complessi ed incisivi, in ambito semiresidenziale essendo pressoché assenti i Centri Diurni
garantire un alternativa residenziale , a causa del mancato coordinamento sanità Comuni, a quegli utenti che non possono più restare in famiglia
attuare politiche di inclusione sociale. e quindi a garantire percorsi di reinserimento sociale e lavorativo
garantire,nel pubblico, una risposta terapeutica adeguata sul piano riabilitativo residenziale ,resta invece sostanzialmente adeguata l’intervento fornito dal privato accreditato .
garantire ricoveri negli SPDC senza che occorrano spostamenti stabilmente di decine e frequentemente di centinaia, di chilometri con gravi rischi per utenti ed operatori
garantire SPDC adeguati alla coesistenza di utenti in TSO e TSV
Occorre quindi rilevare che oggi i DSM,per le cause summenzionate,non sono in grado di fornire un corredo di interventi ( cura ,riabilitazione,reinserimento sociale e lavorativo) e strutture (C.D.,DH,CTA ecc) capaci di garantire una presa in carico globale.
La conseguenza è che sempre di più oggi aumenta da parte delle famiglie e della società la richiesta di “istituzionalizzazione/esclusione”in quanto questa viene vista come l’unica possibile risposta, in determinate situazioni, al disagio psichico.
I DSM sempre di più tendono a divenire luoghi che garantiscono solo una effettiva presa in carico ambulatoriale .Tutto ciò che oggi viene fatto, al di fuori della pratica ambulatoriale è episodico frutto della buona volontà dei dirigenti e degli operatori dei DSM ma resta di fatto marginale rispetto alla struttura complessiva del modello assistenziale.
Le proposte
1. confermare il modello dipartimentale e multidisciplinare dei DSM
2. strutturare a livello regionale un programma di investimento di risorse nella psichiatria per permettere l’effettiva realizzazione di quanto previsto nei progetti obiettivi e nelle linee di indirizzo nazionale per la salute mentale; rendere obbligatoria per ogni ASP,così come previsto nelle linee di indirizzo nazionali, la creazione di Piani di Azione Locale per la Salute Mentale da concordare con le forze sociali
3. risolvere immediatamente le situazioni di emergenza che mettono a repentaglio la salute degli utenti e non garantiscono gli operatori nello svolgimento delle loro funzioni (posti letto SPDC e TSO)
4. garantire SPDC degni di una società civile e che rendano possibile la coesistenza di utenti in TSO e TSV
5. omologare al livello più alto l’assistenza fornita dal pubblico e dal privato accreditato nelle Comunità Terapeutiche Assistite garantendo i posti letto residenziali proporzionalmente ad ogni provincia indipendentemente dalla allocazione delle CTA
6. garantire nel pubblico e nel privato accreditato i diritti dei lavoratori sia sul piano economico sia nella garanzie contrattuali sul lavoro
7. istituire la consulta regionale per la salute mentale aperta alle forze sociali (associazioni familiari,sindacati, ecc)
8. attivare l’integrazione socio sanitaria a livello regionale con l’istituzione di un tavolo comune tra i due Assessorati competenti che a cascata si riversi le proprie decisioni programmatorie nelle varie ASP e attraverso al 328 nei distretti socio-sanitair
NeuroPsichiatria Infantile
Tutti i dati epidemiologici (ribaditi anche dalle linee guida) riconoscono come strategica la presa in carico multidisciplinare nell’infanzia e adolescenza per attività di prevenzione, diagnosi e cura e riabilitazione, in ambito neurologico, psichiatrico e neuropsicologico, con valore preventivo rispetto al disagio psichico e alla patologia psichiatrica nell’età adulta.
Indispensabile, quindi, appare il superamento della realtà attuale che vede in Sicilia una frammentazione e disomogeneità assistenziale per collocazione dei servizi NPI o nei distretti, nell’area Materno-infantile o nella Salute Mentale, con estrema diversità organizzative, di dotazioni d’organico e strutturali.
Il più coerente riferimento unificante resta il Progetto Obiettivo S.M. del 1998.
Le proposte
1. il diritto di esistenza della NPI all’interno del prossimo Piano Sanitario regionale, proponiamo che si parta dai dati epidemiologici e dai carichi di lavoro effettivi per un potenziamento dei Servizi NPI, sempre a dimensione multidisciplinare, con adeguate risorse umane e strutturali e una piena integrazione (attualmente assente) tra rete territoriale e posti letto ospedalieri di NPI, che siano sufficienti e ben distribuiti sul territorio regionale (anche per contrastare il perdurante fenomeno della migrazione sanitaria).
2. il modello di Dipartimento autonomo, con risorse economiche riservate e adeguate a soddisfare almeno i LEA, a direzione unica, per una unitarietà di interventi e continuità terapeutica, con collegamento funzionale codificato con i servizi di S.M.
3. L’articolazione della risposta assistenziale deve essere centrata su presa in carico globale e percorsi terapeutici con intervento in rete, sia ambulatoriale che ospedaliero integrato,semiresidenziale o residenziale , con accordi territoriali ( col recepimento della legge regionale di integrazione socio-sanitaria) con Enti Locali, Scuola, Sistema Giudiziario e Terzo Settore.
4. la definizione delle strategie e dei modelli organizzativi all’interno di un Tavolo Tecnico regionale dedicato alla NPI, finalmente riconosciuta nella propria identità e peculiarità. Istituzione, con partecipazione di rappresentanti della NPI, della consulta regionale per la salute mentale aperta alle forze sociali (associazioni familiari,sindacati, ecc)